Funzionaria della Procura sospesa per un anno dalle funzioni.Indagata dalla Procura di Napoli .
- TG24ITALY
- 21 set 2020
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Benevento ,Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, indagata dalla Procura di Napoli
A suo carico le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione segreti di ufficio
La notizia è piombata come una 'bomba' sugli uffici giudiziari di Benevento. Perchè Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, è una funzionaria molto nota, anche per il suo impegno in politica: è stata consigliere ed assessore del Comune in cui risiede. Lavora in Procura, ma per un anno non potrà farlo, perchè è stata sospesa dall'esercizio delle funzioni. E' la misura disposta dal Gip di Napoli in un'inchiesta della Procura partenopea, competente in questi casi prospetta a suo carico le ipotesi di reato di accesso abusivo ad un sistema telematico od informativo e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio “con le aggravanti di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la funzione svolta da parte di un pubblico ufficiale, con abuso della qualità di operatore di sistema, nonché per aver commesso il fatto su un sistema informatico pubblico e di interesse pubblico”. L'ordinanza firmata nei suoi confronti è stata eseguita questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, nel cui mirino sono finiti fatti che vanno dal settembre 2019 allo scorso aprile.
“Utilizzando le proprie credenziali d’accesso al sistema informatico, protetto da misure di sicurezza, per scopi personali e comunque estranei all’Ufficio ed alle mansioni svolte”, la 56enne - ha nominato come difensore l'avvocato Sergio Rando del foro di Benevento - avrebbe avuto accesso “abusivamente e ripetutamente al sistema informatico, effettuando numerose interrogazioni relativamente a procedimenti penali in corso, comunicando successivamente le notizie acquisite ad altra persona”. Da qui il provvedimento adottato dal giudice, che ritiene sussistenti le esigenze cautelari, “che risultano attuali e concrete e che dalle emergenze in atti risulta infatti che la condotta dell’indagata non sia affatto “isolata” in quanto l’accesso al sistema informatico si è verificato ripetutamente anche a distanza di mesi”. La vicenda segue il troncone ove vede altri suoi colleghi a processo per l'ipotesi di reato contestato nel filone dei centri d'accoglienza di Paolo Di donato ( il Re dei migranti ) Giuseppe Pavone è accusato di avere "frugato" i nomi degli indagati, i titoli di reato ed altre informazioni coperte da segreto. Pavone era già stato arrestato nel giugno 2019 con l’accusa di essere stato la talpa di Paolo Di Donato, il ‘re dei migranti’ finito ai domiciliari per gli illeciti nei centri di accoglienza .
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