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Federico Aldrovandi: 4 poliziotti condannati per omicidio colposo-che lavoro svolgono attualmente...

  • Immagine del redattore: TG24ITALY
    TG24ITALY
  • 25 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


Lui moriva all'alba del 25 settembre 2005. Cosa è accaduto dopo agli agenti che lo colpirono? Cosa fa adesso la madre che ha a lungo combattuto per la verità?

Era l’alba del 25 settembre 2005 quando l’allora diciottenne Federico Aldrovandi moriva in seguito ai colpi ricevuti durante un controllo di polizia. Ferrara ricorda Federico con una due giorni di eventi organizzati dall'associazione che porta il suo nome. Si ricorda e sostiene contemporaneamente la battaglia che la sua famiglia ha portato avanti nei processi sull’uccisione del ragazzo.

La vita di Federico Aldrovandi si è fermata allora. Aveva 18 anni il 25 settembre del 2005, ne avrebbe 28 ora. Tornava a casa in via dell’Ippodromo a Ferrara. Era solo dopo aver passato la serata con alcuni amici. Sulla via del ritorno è stato fermato da 4 agenti di polizia, arrivati per la telefonata di una residente che si lamenta per gli schiamazzi. Secondo quanto si legge nella sentenza passate in giudicato , il ragazzo era in evidente agitazione psicomotoria, calciò a vuoto contro gli agenti che invece del dialogo, delle prime cure sanitarie, dell’eventuale identificazione, seguirono una via violenta. Percosse anche quando lui gridava «Aiuto, basta». La morte fra le 6 e le 6 e 15. Per lui 54 lesioni e il cuore che non ha retto, la causa del decesso è asfissia da compressione toracica. Ecco cosa è successo agli altri attori della vicenda.

I quattro poliziotti condannati per omicidio colposo



Testimonianza diretta della Madre di Federico .

È stata colei che più pubblicamente di chiunque altro ha lottato perché venisse stabilita la verità su quanto accaduto al figlio. Ha risposto a ogni attacco e solo qualche mese fa, con un post sul sito Federico Aldrovandi, ha deciso di ritirare le ultime querele presentate nei confronti del senatore Carlo Giovanardi, dell'agente di polizia Paolo Forlani, condannato in via definitiva per la morte del figlio, e del segretario del Coisp Franco Maccari. «Non è un perdono, e d'altra parte nessuno mi ha mai chiesto scusa - ha detto - non spenderò più minuti della mia vita per queste persone e per i loro pensieri. Non voglio più sapere nulla di loro». Patrizia Moretti conclude: «A dieci anni dalla morte di Federico per il mio ruolo di madre, ma anche per le mie aspirazioni e per la mia attuale visione del mondo, penso che il dedicare anche solo alcuni minuti a persone che disprezzo sia un’imperdonabile perdita di tempo. Non voglio più doverli vedere né ascoltare o parlare di loro».

GLI INSULTI ALLA MADRE DI FEDERICO ARRIVANO DIRETTAMENTE TRAMITE I SOCIAL NETWORK.

“La “madre” se avesse saputo fare la madre, non avrebbe allevato un “cucciolo di maiale”, ma un uomo!”. Sono le parole che si leggono su Facebook. Le firma tale Sergio Bandoli sulla bacheca di Prima Difesa Due, l’account dell’omonima associazione che si prefigge la difesa a oltranza delle forze dell’ordine. Nel processo Aldrovandi era presente sia in Appello che in Cassazione, dove ha portato addirittura il legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, a perorare la causa dei quattro poliziotti condannati con sentenza definitiva per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi.“

“Che faccia da culo che aveva sul tg – così descrive la madre orfana del figlio su cui lui e i suoi colleghi hanno rotto due manganelli -… una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (il risarcimento da parte dello Stato, ndr) possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie…”

L’unica vera ingiustizia, per tutti i poliziotti onesti, tanti eroi che salvano vite , proteggono la nostra libertà e serenità : vedere quattro pregiudicati in divisa , senza mai pentirsi di un atto vile , un atto barbaro , nel pestaggio di quella notte , tante furono le botte con i manganelli che , due manganelli venivano ritrovati nell’immediatezza del reato, tranciati a metà dalla scarica di manganellate non hanno retto alla forza devastante sul corpo del giovane 18enne Federico .

Video del pestaggio di Federico


 
 
 

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